Gli erbari

La Biblioteca della Scienza e della Tecnica, Sezione dell’Orto Botanico di Pavia, possiede un fondo antico con una collezione di circa 2500 volumi. I libri risalgono a varie epoche dal Cinquecento, cioè agli albori dell’invenzione della stampa, fino al XX secolo. Il fondo si è costituito in particolare nell’Ottocento per merito di Giuseppe Moretti, direttore dell’Orto Botanico di Pavia dal 1833 al 1852 e raffinato bibliofilo, e di Santo Garovaglio, direttore tra il 1852 e il 1882. La Biblioteca conserva erbari dipinti, libri che descrivono le flore regionali, europee e di tutti continenti, testi di anatomia vegetale, cataloghi di Orti botanici storici italiani e stranieri, volumi sulle discipline agricole, di farmacologia, di chimica, di medicina, di mineralogia, di zoologia, di geografia, di viaggi, di progettazione di giardini, tutti volumi che hanno rappresentato attraverso i secoli le pietre miliari del sapere. Accanto ai manuali di botanica, sono numerosi i testi di botanica officinale, ricchi di antichi segreti curativi.

Il fondo antico può essere consultato solo su prenotazione per motivi di studio.

erbari

Gli erbari corredati da illustrazioni a stampa in bianco e nero o dipinte e colorate a mano, in passato, quando ancora non esisteva la fotografia, erano indispensabili per il riconoscimento delle specie vegetali. Erano testi didattici che contenevano i nomi, le descrizioni delle erbe e delle piante, con la specifica delle loro proprietà e virtù, spesso curative e avevano una funzione prettamente medica o scientifica. Il testo descriveva e le tavole illustravano le piante, i fiori, i frutti, le erbe, i semi e le radici. Il mondo vegetale fin dalla preistoria, ha infatti da sempre rappresentato per l’uomo un’importantissima fonte alimentare, ma anche una miniera di risorse per fini terapeutici, medicinali, religiosi, magici, ornamentali e per la costruzioni di manufatti di vario genere. Tra l’artista che doveva illustrare i libri e lo studioso di botanica, si è spesso creata un’empatia straordinaria che ha portato alla creazione di opere che ci affascinano anche per il loro valore artistico, con ricche tavole rilegate all’interno di libri che avevano comunque finalità prettamente scientifiche. Talvolta le due figure dello studioso e dell’illustratore coincidevano, sommandosi nella figura del naturalista-pittore. L’immagine era concepita in funzione della scienza, e doveva fungere da fotografia della forma, dei colori e delle dimensioni delle piante. L’arte dunque al servizio della scienza e della sua divulgazione.

 

Testo a cura di Anna Letizia Magrassi Matricardi

Materiale fotografico messo a disposizione da Claudio Ballerini, Davide Barbieri e Anna Letizia Magrassi Matricardi

 

 

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