APC E TRANSFORMATIVE AGREEMENTS

Caratteristiche dei Transformative agreements

Il modello contrattuale più diffuso a partire dalla metà degli anni ’90 è quello del big deal: l’editore offre l’accesso all’intero catalogo delle proprie riviste elettroniche in cambio di un corrispettivo calcolato su diversi parametri, con un aumento percentuale di spesa definito annualmente nel caso di contratti pluriennali.

Il forte impulso dell’open access ha creato incrinature nei modelli contrattuali tradizionali e nei cosiddetti big deal e ha portato a sviluppare delle forme contrattuali diverse, dette contratti trasformativi (transformative agreements), già applicati e stabili nei paesi del Nord Europa.

I movimenti per l’open access e la scienza aperta propongono una spinta verso l’equità e la sostenibilità nel mondo delle pubblicazioni scientifiche. Questo stesso impulso è presente nei contratti trasformativi che si stanno siglando per tutti gli ambiti disciplinari, compresi quelli non bibliometrici (settori umanistico e socio-giuridico).

Le principali criticità dei modelli contrattuali tradizionali sono:

  • le dinamiche del mercato dell’editoria scientifica (mercato non concorrenziale, domanda molto inelastica)
  • i costi (aumento medio del 3,6%, superiore all’aumento dei finanziamenti alle istituzioni; double dipping, ovvero pagamento per la pubblicazione di articoli in open access su riviste ibride, per le quali si paga anche la sottoscrizione per l’accesso in lettura degli articoli non aperti)
  • la mancanza di trasparenza (clausola di riservatezza nei contratti consortili)
  • il paywall (accessibilità solo per gli enti sottoscrittori, mentre la ricerca finanziata con fondi pubblici per il movimento dell’open access dovrebbe essere immediatamente fruibile per tutti)
  • la cessione dei diritti agli editori (questione della cessione del copyright e delle licenze contrattuali agli editori per quanto riguarda i diritti patrimoniali sull’opera).

Il Report del 2019 a cura del Expert Group to the European Commission, Future of Scholarly Publishing and Scholarly Communication definisce tre azioni per le Istituzioni che aderiscono ai transformative agreements:

  1. sviluppare politiche e pratiche per garantire che i contributi alla ricerca siano resi liberamente disponibili e riutilizzabili secondo gli standard comunitari;
  2. nelle trattative rifiutare le clausole di non divulgazione e includere clausole che consentano il controllo e il monitoraggio dei costi;
  3. facilitare l’azione collettiva con altre istituzioni condividendo i dati sui costi e sui prezzi attraverso iniziative congiunte.

Altro elemento che ha avuto un forte impatto è il programma di finanziamento per sostenere ricerca, sviluppo tecnologico e innovazione della Commissione Europea – HORIZON 2020 (2014-2020). Questo programma prevede che i beneficiari di progetti finanziati assicurino il libero accesso online alle opere scientifiche che pubblicano gli esiti della ricerca. Tali principi sono rafforzati e ampliati in Horizon Europe, il successivo programma quadro europeo per la ricerca e l’innovazione per il periodo 2021-2027.

I transformative agreements cercano di incidere su tali criticità e sulle necessità legate a Horizon 2020 e sono siglati tra gli editori e gli enti aderenti al consorzio CRUI.
Le quote di adesione dei contratti trasformativi comprendono una parte per la sottoscrizione (read) e una quota per la pubblicazione in open access (publish), stimata dall’editore sulla base della spesa sostenuta dagli enti aderenti al consorzio negli anni precedenti.  L’obbiettivo è di arrivare al 100% di articoli pubblicati in open access al termine del periodo contrattuale. La quota read è decrescente nel corso del contratto, mentre la quota publish aumenta nello stesso periodo.

Le riviste sede di pubblicazione inerenti a questi contratti sono le riviste ibride, ovvero quelle per cui si paga un abbonamento e su cui si può pubblicare in open access (open choice) a fronte del pagamento dell’APC (article processing charge – spesa per la pubblicazione di articoli). I contenuti di tali riviste sono pertanto in parte fruibili solo su abbonamento e in parte sono aperti a tutti; nel caso dei transformative agreements tutti i costi per lettura e pubblicazione in accesso aperto sono pagati dall’Ateneo, con fondi del Sistema Bibliotecario.

Per una lettura critica del tema si può consultare la voce Accordi trasformativi, e la voce Rivista ibrida, curate da Paola Galimberti per il Dizionario della scienza aperta sulla pagina dell’AISA, Associazione italiana per la promozione della scienza aperta.

Per i transformative agreements stipulati con CRUI, l’editore richiede ai referenti di ateneo per il contratto una verifica/approvazione dell’affiliazione indicata dal corresponding author. L’affiliazione è l’elemento che consente di utilizzare la quota “publish” di ciascun contratto per il pagamento delle APC (article processing charge – spesa per la pubblicazione di articoli) per la pubblicazione in regime di open access.

La verifica dell’affiliazione è effettuata in Ateneo dal Servizio gestione risorse documentarie con le modalità indicate nella pagina sulle informazioni per gli autori e nella pagina sulle procedure per gli autori non strutturati.

L’Ateneo non può gestire richieste da sottoporre agli editori per il cambio del corresponding author.

Il tipo di licenza con cui l’autore pubblica gli articoli va verificato per ogni singola rivista prescelta come sede di pubblicazione, ma solitamente per l’open choice dei transformative agreements è la CC-BY o la CC-BY-NC (licenze creative commons). Per verificare gli utilizzi consentiti per gli articoli pubblicati in ciascuna rivista (con open choice o meno) raccomandiamo la consultazione del database Sherpa Romeo.

L’elenco dei contratti sottoscritti dall’ateneo con agevolazioni per gli autori è consultabile qui

data ultimo aggiornamento 09 agosto 2022

 

 

 

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